Un ambiente troppo acido ostacola il corretto funzionamento dell’organismo, generando malassorbimento intestinale, cattiva digestione e sovraccarico degli organi, responsabili di dover eliminare tutta l’acidità che il nostro corpo ha in eccesso; senza sottovalutare che elevati livelli di acidità protratti nel tempo, stimolano la proliferazione e il nutrimento stesso delle cellule tumorali. Iniziamo dunque a distinguere i cibi acidi da quelli alcalini (o basici), per far sì che tutto funzioni adeguatamente, non solo sul quotidiano, ma per una prevenzione che ci allunghi la vita e ci allontani da spiacevoli malattie. Ogni forma di carboidrato complesso, come tutte le proteine animali, e in parte, quelle vegetali, appartengono alla categoria acidificante. Ecco perché regimi di tipo iperproteico (spesso utilizzate per dimagrire) rispecchiano il detto “tutto fumo e niente arrosto”, in quanto funzionerebbero solo fino a quando il corpo sarà in grado di sostenere tale forzatura; conseguentemente, si innescherebbero tutta una serie di effetti indesiderati che al contrario ostacolerebbero il dimagrimento. Dunque, l’eccesso di acidità, associato all’abbandono di importanti componenti nutritive essenziali, riporterebbe successivamente alle proprie abitudini alimentari, riacquistando i chili appena smaltiti, e spesso, con gli interessi. Segue un’altra considerazione, riguardante le reazioni biochimiche degli abbinamenti; la miglior formula per associare cibo in modo funzionale ed intelligente, è quella di accostare sempre un cibo acido con uno basico (Es. Petto di pollo e Radicchio rosso). Ecco che, utilizzare frutta, verdura (soprattutto acidula, perché piú alcalinizzante) e bevande dalle grandi proprietà, come ad esempio il tè verde, potranno attivamente contribuire a mantenere inalterato il fisiologico equilibrio acido-base del nostro corpo.
Dalla Colazione alla Cena, passando per spuntini giornalieri...
La colazione ricopre un ruolo fondamentale nella nostra alimentazione, è la prima “spinta metabolica” della giornata. Sostanziosa e completa di tutti i macronutrienti, questo pasto ci permetterà, grazie al favorevole orario mattutino e ai ritmi circadiani, di inserire senza nessuna paura ogni forma di carboidrato, semplice o complesso che sia. Questo non significa abusare di zuccheri o mischiare nutrienti all’inverosimile, ma attraverso un uso intelligente e ponderale (anche in funzione dei propri impegni quotidiani), riusciremo a controllare i livelli di glicemia nel sangue senza generare picchi insulinici. Inoltre avremo davanti tutta la giornata per consumare ogni tipo di fonte energetica introdotta, per cui, se appartieni alle abitudini dell’italiano medio, rompi i tuoi schemi ed inizia a mangiar come un leone a colazione piuttosto che a cena!
Come una stufa ha bisogna costantemente di legna per bruciare, il nostro metabolismo necessità costantemente di cibo (sano) per consumare calorie. In sostanza, più riusciremo a limitare buchi durante la giornata, più manterremo accelerato il nostro metabolismo. Al contrario, digiunare per tante ore porterebbe il nostro organismo a concentrare maggiori quantità di cibo nei pasti principali (soprattutto a cena), con il rischio di assorbire voracemente il pasto consumato. Questo potrebbe generare non solo pesantezza e indigestione, ma un trattenimento di liquidi ed un aumento di adipe. Recenti studi, hanno addirittura dimostrato come 8 pasti giornalieri garantissero una marcia metabolica in più rispetto a soggetti che ne facevano 5; ora, pensare di introdurre tutti questi spuntini oltre ai pasti principali rema contro i ritmi frenetici e la società a cui apparteniamo, pertanto, iniziamo ad accontentarci di uno spuntino mattutino ed uno pomeridiano. Il primo sarebbe ideale sfruttarlo a scopo energetico (a base di zuccheri semplici o grassi “buoni”), mentre il secondo a nutrimento di muscoli e tessuti (a base proteica).
Dovendo correre dietro il nostro metabolismo, la logica vorrebbe un pranzo più abbondante ed una cena più scarsa. Nel pranzo potremo ricercare la completezza, avvalendoci anche di un carboidrato complesso (possibilmente a basso indice glicemico), meglio ancora se in corrispondenza del giorno in cui facciamo del sano movimento in palestra o all’aperto. La verdure e le proteine dovranno essere le protagoniste di entrambe i pasti, tenendo cotto della loro digeribilità, del loro apporto nutritivo e dei metodi di cottura. In sostanza, tutti i cibi che per la loro composizione risultano più “pesanti” dovrebbe esser destinati al pranzo, tutto ciò che rispecchia “leggerezza” dovrebbe dirigersi verso la cena.